di Michelangelo Pavia
Tic tac. Il tempo scorre ma non come un fiume maestoso. Più come la coda alle Poste con un solo sportello aperto. Il Bianconiglio di Alice oggi avrebbe un Apple Watch e urlerebbe: “È tardi! Ho solo 30 minuti per guardare 25 reel su Instagram prima della riunione sulle riunioni!”.
Ma tardi per cosa, esattamente? Viviamo in un’epoca in cui la mancanza di tempo è diventata quasi una condizione esistenziale. “Non ho tempo” è il mantra del nostro secolo. Lo diciamo per evitare inviti indesiderati, per giustificare perché non leggiamo più libri, per mascherare il senso di colpa di aver fuso aperitivi e cene in abbuffate malsane in orari da digestione, definendo tutto ciò “happy hour”, a dimostrazione di quanto poco lo siano quelle precedenti.
Ma il tempo è davvero una risorsa? O è solo un’unità di misura, come i metri o i litri? Di sicuro, non è qualcosa che possiamo accumulare o mettere da parte. Eppure, ce lo vendono come se fosse denaro: “Il tempo è denaro!”
Ma siamo sicuri?
Molti brillanti professionisti, calcolando il loro costo orario, scoprirebbero di guadagnare meno della persona che pagano per pulire casa. E se il tempo è così prezioso, perché ne sprechiamo così tanto in riunioni inutili o scrollando social che non ricordiamo di aver aperto? Un pensiero non può che andare al mondo degli studi di architettura e design dove schiere di persone sono intente ogni giorno a consumare la propria vita lavorativa in ore di “pan e zoom”* forse alla ricerca di un qualche tipo di allucinazione.
* non è un prodotto decongelato né il nomignolo di una pratica sessuale. Scopri cos’è “pan e zoom” dialogando con chi conosci! Usa bene il tuo tempo!
Il problema non è il tempo, ma come lo usiamo
Diciamolo: il vero dramma non è solo la quantità di ore che passiamo lavorando (che è già un bel problema), ma anche la qualità di quel tempo. Se passassimo meno ore a lavorare, ma quelle poche fossero tutte riunioni inutili e pasti consumati a velocità supersonica, il risultato sarebbe comunque tragico. Se il tempo lavorativo è solo stress, conflitti con i colleghi, schiscette tristi mangiate in fretta davanti a un monitor e l’attesa spasmodica del weekend… forse il problema non è la mancanza di tempo, ma il fatto che lo passiamo male.
E allora cosa possiamo fare? Creare luoghi di lavoro che restituiscano dignità al tempo. Un posto dove la pausa pranzo non è un microonde triste, dove le relazioni non sono solo scambi di email, e dove lavorare non significa solo “passare il tempo” ma usarlo per qualcosa che ha senso.
Tempo e benessere: una piccola rivoluzione possibile
Da neu [nòi] non abbiamo ancora trovato il modo di fermare il tempo (abbiamo provato con la moka, ma l’unico effetto è stato ritrovarci con troppa caffeina e idee geniali alle tre di notte), ma proviamo a renderlo più vivibile. Lavorare qui significa scegliere un modo di stare nel tempo diverso, dove la giornata non è una corsa, ma un equilibrio tra concentrazione, relazioni e – perché no – qualche discussione esistenziale mentre aspetti che la moka faccia il suo dovere.
Quindi no, il tempo non è denaro. Se lo fosse, molti di noi sarebbero già in bancarotta e qualcuno tenterebbe di fare il cashback sulle ore perse in riunioni inutili. È molto di più. È la sostanza con cui costruiamo le nostre giornate, i nostri progetti e – se siamo fortunati – anche la nostra felicità.
E tu, come stai usando il tuo tempo oggi? Prova a guardare questo TED di Ricardo Semler e scopri la sua rivoluzione proprio nata da una diversa visione sul proprio tempo.