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“Grammamanti” di Vera Gheno: Un Labirinto di Parole per un Mondo Più Ampio

Il recente incontro del book club dell’associazione neu [nòi] – spazio al lavoro, incentrato sul libro “Grammamanti” di Vera Gheno, è stato un vero e proprio viaggio esplorativo nel mondo del linguaggio, con un focus particolare sulla sua capacità di modellare la realtà, inclusi i concetti di genere e inclusione. L’analisi collettiva del saggio di Gheno ha aperto un dibattito ricco e profondo, facendo emergere un’ampia gamma di tematiche che spaziano dalla storia della lingua italiana e dalle sue continue evoluzioni, all’influenza del linguaggio medico-scientifico, fino ad arrivare al dibattito sull’utilizzo del simbolo “Ə” (Schwa) come strumento per un linguaggio più inclusivo.

Linguaggio e Realtà: Un Binomio Indissolubile

La discussione ha preso avvio da un’analisi del simbolo “Ə” (Schwa), citato da Vera Gheno come uno degli strumenti per rendere la lingua italiana più inclusiva e meno legata al predominio maschile. Strumento che però l’autrice decide di non usare in modo diffuso all’interno di questo testo.
L’autrice, con grande lucidità, ha rifiutato la definizione di “linguaggio inclusivo”, preferendo il termine “linguaggio ampio”. Questa scelta, molto condivisa dal gruppo, ha evidenziato come la vera sfida non sia quella di forzare l’inclusione attraverso regole rigide, ma di ampliare le possibilità espressive del linguaggio, rendendolo più versatile e sensibile alle diverse realtà.

Un’osservazione interessante è emersa durante il confronto sull’evoluzione della lingua italiana, dal latino alle lingue romanze. Il gruppo ha sottolineato come il latino, con le sue regole ferree, si differenziasse nettamente dal latino parlato, più spontaneo e privo di vincoli grammaticali. Questa discrepanza ha contribuito a modellare la lingua italiana, e l’avvento della televisione ha portato alla diffusione di un italiano standard, pensato per raggiungere un pubblico eterogeneo.

Le persone presenti hanno rimarcato la dinamicità del linguaggio, che evolve di pari passo con la società, e la sfida costante di creare un linguaggio inclusivo (ampio) e aperto alle diverse realtà.

Le sfide dell’inclusione nel linguaggio di genere

Un punto focale del dibattito è stato il linguaggio di genere e il suo ruolo nella costruzione sociale della realtà. Il libro “Grammamanti” illustra con chiarezza come l’uso di termini come “tolleranza” o “inclusione” possa nascondere una posizione di superiorità, e come il linguaggio di genere sia spesso legato a un’ideologia che perpetua il predominio maschilista.

Il gruppo ha riconosciuto come la difficoltà nell’abbandonare le categorie binarie del linguaggio quotidiano, soprattutto quando si tratta di riferirsi alle persone, sia legata al nostro immaginario e alle nostre abitudini di pensiero. C’è un forte desiderio di trovare un linguaggio più ampio, che non si limiti a due sole opzioni, ma che riesca a rappresentare la complessità e la fluidità dell’identità di genere.

Linguaggio medico-scientifico: tra binarismo e inclusione

Il libro “Grammamanti” ha permesso di sollevare un’ulteriore riflessione sul linguaggio medico-scientifico e sulla sua capacità di rappresentare in modo accurato e rispettoso le diverse realtà di genere. I partecipanti hanno espresso preoccupazioni sulla rigidità di un linguaggio che spesso si basa su un approccio binario, come nel caso della classificazione di genere in contesti come la nascita di un bambino intersessuale.

Si è evidenziata la necessità di un linguaggio medico-scientifico più flessibile e inclusivo, in grado di comprendere la complessità della realtà umana e di non categorizzare le persone in base a schemi rigidi e preconcetti.

La danza del linguaggio: tra parole, società e immaginario

Un altro tema centrale è stato il rapporto tra linguaggio, società e immaginario. I partecipanti hanno discusso su come le parole possano plasmare il nostro modo di vedere il mondo e influenzino il nostro immaginario e le nostre percezioni.

La discussione ha toccato il tema del “non-binarismo” e sulla difficoltà di liberarsi da un immaginario che spesso associa il mondo a categorie binarie. Il gruppo ha concordato sulla necessità di un linguaggio che possa rappresentare la complessità della realtà, senza cadere nell’errore di semplificare o di ridurre la diversità a categorie precostituite.

L’arte della comunicazione: un ponte verso l’inclusione

Il libro “Grammamanti” ha ispirato un’attenta riflessione sull’arte della comunicazione e sull’importanza di un linguaggio rispettoso delle differenze. I partecipanti hanno riconosciuto come la comunicazione possa essere un ponte verso una migliore comprensione reciproca e come sia importante evitare la chiusura e la rigidità, per aprirsi a nuove prospettive e a un dialogo più ricco e autentico.

L’incontro si è concluso con una promessa di continuare la discussione e di approfondire ulteriormente le tematiche sollevate da “Grammamanti”, consapevoli che la sfida di un linguaggio inclusivo richiede un impegno costante e un’attenta riflessione sulle parole che utilizziamo e sul mondo che con esse creiamo.

Personaggi e opere citate durante il confronto:

  • Vera Gheno: autrice del libro “Grammamanti” e del podcast “Amare Parole” sul Post.
  • Michela Murgia: scrittrice, autrice di romanzi e saggi, citata per il suo uso dello schwa nel suo libro.
  • Tullio De Mauro: linguista, citato per la sua visione ampia del linguaggio, che include segni, immagini e suoni.
  • Pietro Bembo: scrittore e umanista del XVI secolo, famoso per le sue norme grammaticali e per aver dato le prime direttive sulla lingua volgare.
  • Agota Kristof: scrittrice ungherese, autrice del romanzo “L’Analfabeta”.
  • Bruno Munari: artista e designer italiano, famoso per le sue opere per bambini e per il suo approccio creativo alla comunicazione.
  • Dante Alighieri: poeta italiano, citato per il suo ruolo nella definizione della lingua volgare.
  • “Grammamanti”: libro di Vera Gheno
  • “Amare Parole”: podcast di Vera Gheno
  • “L’Analfabeta”: romanzo di Agota Kristof
  • “Schiavi” vs “persone schiavizzate”: esempio di come il linguaggio può influenzare l’immagine mentale.
  • “Petaloso”: neologismo inventato da un bambino, che ha suscitato un dibattito sull’evoluzione linguistica.
  • “Cisgender”: termine che indica una persona la cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita.
  • “Procace”: parola che ha subito un’evoluzione di significato nel tempo.
  • “Tolleranza”: parola che può implicare una posizione di superiorità presunta.
  • Scritte murali di Pompei: testimonianza del latino parlato.

Note del modello di redazione

Questo report è stato generato da un modello di intelligenza artificiale a partire da una trascrizione automatica dell’incontro del book club. L’audio è stato trascritto automaticamente, e successivamente il report è stato generato utilizzando i dati della trascrizione. Il report è stato in seguito condiviso, per la revisione finale, con le persone che hanno partecipato all’incontro e poi pubblicato sul blog dell’associazione neu [nòi] – spazio al lavoro.