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ERA DOMANI

un film di Alexandra D’Onofrio

neu [nòi] ha il piacere di invitarti a partecipare, venerdì 22 marzo alle ore 19:00, alla presentazione del documentario “Era Domani” ideato e realizzato dalla nostra socia Alexandra D’Onofrio con cui sarà possibile confrontarsi al termine della proiezione.

Sinossi

Ali, Mahmoud e Mohamed sono tre giovani egiziani che hanno vissuto in Italia senza documenti per quasi dieci anni. Finalmente, grazie a una sanatoria, riescono inalmente a regolarizzarsi e il loro futuro è di nuovo ripopolato da sogni e possibilità. Sentendo il bisogno di recuperare i desideri e i sogni di una volta, decidono di ritornare sui loro luoghi di approdo, dopo la traversata del Mediterraneo. Il ilm segue i protagonisti durante questo viaggio, mentre rivisitano i luoghi emblematici del loro passato, dove i ricordi si intrecciano con l’immaginazione di come ancora potrebbe essere, e di come sarebbe potuta essere, la loro nuova vita. Un documentario collaborativo nel quale s’intersecano le tre diverse narrazioni che sono state frutto di una ricerca antropologica applicata, utilizzando processi narrativi creativi sviluppati attraverso il teatro, lo storytelling, la fotograia e l’animazione.

La vita che viviamo è solo una fra le varie possibili. Quando ci chiediamo chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando, ci stiamo chiedendo anche chi saremmo e cosa sarebbe accaduto se solo le cose fossero andate diversamente.

In questo continuo dialogo tra realtà e possibilità, si costruisce il racconto di noi.

Un racconto che nei momenti di passaggio va in crisi. Quei momenti in cui ti ritrovi come davanti a un bivio e devi scegliere che strada prendere. Lì, davanti a quel bivio, le vite immaginate riaiorano e ci interrogano.

E soltanto l’arte ci può aiutare a riconoscerle.

Note di regia
di Alexandra d’Onofrio

La migrazione è uno dei temi più topici della nostra contemporaneità, raccontata e mostrata dai media quotidianamente, con immagini e parole che spesso molto poco hanno a che vedere con le esperienze personali dei protagonisti. Dai racconti delle persone direttamente coinvolte emergono fattori complessi e sfumature che ci svelano i dilemmi, i desideri e gli sforzi delle persone coinvolte nel fenomeno della migrazione.

Ho conosciuto Ali, Mohamed e Mahmoud nel 2010, quando sono venuti a partecipare a un progetto di teatro forum grazie al quale abbiamo portato in scena le problematiche vissute da chi vive in Italia senza i documenti. Quando nel 2012 abbiamo deciso insieme di fare un lavoro più complesso e focalizzato sulle loro storie personali, una sanatoria insperata ha ribaltato il racconto della loro vita in Italia; all’improvviso il futuro si ripopolava di speranze, di nuove possibilità e di sogni che erano stati messi nel cassetto.

Per quasi due anni ho coinvolto Ali, Mohamed e Mahmoud in processi creativi con l’intenzione di esplorare i loro ricordi e quanto si immaginavano del loro futuro, quello che potrebbe accadere o che sarebbe potuto accadere se solo le cose fossero andate diversamente nella loro vita. Abbiamo sperimentato con il teatro, la narrazione, la fotograia, il documentario e l’animazione. La memoria, e più recentemente la fantasia e l’immaginazione, sono diventati temi centrali alla pratica etnograica. Una delle domande cruciali che si pongono gli antropologi che svolgono tali ricerche è come ridar vita ai ricordi e alle fantasie sfuggenti delle persone, dal momento che non è possibile accedere in maniera indipendente ai loro pensieri e alle loro esperienze.

E’ stato attraverso il procedimento di raigurazione dei loro ricordi, dipingendo sulle fotograie scattate da loro stessi e che rappresentavano momenti particolari della loro esperienza, che da partecipanti della ricerca son diventati i miei co-ricercatori. Hanno preso loro le decisioni su quali storie raccontare e sul come raccontarle, dando loro forma usando l’immaginazione e il potenziale poetico oferto dalle improvvisazioni teatrali e dalla tecnica dell’animazione. La sperimentazione di questi processi creativi, come parte della ricerca e del documentario, ha anche oferto un modo per tracciare ed identiicare le forme e le qualità che le diverse possibilità immaginate assumono nell’esperienza delle persone, nel momento in cui si ricordano del loro passato. L’animazione non è soltanto un mezzo utile per i processi della memoria e della conoscenza ma fornisce anche un’interessante qualità estetica che è fedele all’evanescente e a volte destabilizzante carattere dei ricordi.